Di Porte, di famiglia, di consacrati… insomma di Chiesa!
San Martino a Montughi (FI), 11 Dicembre 2015
Vivere con la porta aperta, è un dei “Pilastri” del PROVARCI associativo in Mondo di comunità e famiglia (MCF), la realtà che da un paio di anni sta lavorando per avviare un progetto di vita comunitaria tra famiglie a San Martino a Montughi.
Un progetto che parte da lontano con la prima esperienza avviata nel 1978 a Villapizzone a Milano dove famiglie ed una comunità di Gesuiti hanno dato vita ad forma di vicinato e prossimità tra famiglie e con dei religiosi basate sull’apertura, l’accoglienza e la condivisione (anche economica); e che oggi conta in tutta Italia 40 comunità familiari e 50 gruppi di condivisione; in Toscana sta è presnte da qualche anno e sta crescendo con 3 comunità a Pulicciano (AR), a Figline valdarno e sulle colline di Montughi a Firenze e 3 gruppi di condivisione.
Da quando nel novembre 2012, accompagnati da don Massimiliano Gabbricci parroco dell’Immacolata a Montughi, alcune famiglie incontrarono per la prima volta il vescovo Betori per condividere il loro sogno di far rivivere, nel segno della sua vocazione per le famiglie, la canonica di San Martino realizzando una comunità di famiglie il suo appoggio e sostegno non sono mai mancati.
Da quel giorno molti son stati i passi fatti e le difficoltà affrontate per portare avanti il progetto che prevede importanti interventi di ristrutturazione di un bene da tempo abbandonato al fine di realizzare nel tempo e con l’aiuto di tutti 2 spazi per l’accoglienza, alcuni ambienti a disposizione del territorio per incontri, eventi, seminari ma anche eventi di festa e convivialità oltre, ovviamente, alla realizzazione di 3 appartamenti per le famiglie della comunità “In Cammino”.
Dai primi di Dicembre la famiglia Daffra (Giovanni e Giovanna con loro 2 figli) si è trasferita e per le festività natalizie sarà seguita dalla famiglia Biggeri (Mario ed Elena con i 3 figli). Nonostante quindi la situazione sia ancora precaria ed in pieno trasloco S.E. Betori ha voluto fortemente incontrare le famiglie nella loro nuova casa e “dire bene” di loro.
La visita si è svolta con una prima parte privata dove il cardinale si è fermato a lungo con le famiglie, alcuni rappresentanti dell’associazione Mondo di Comunità e famiglia ed il parroco dell’Immacolata per scambiare alcune parole e visitare i primi due appartamenti ed alcuni ambienti ancora in fase di ristrutturazione. In un clima disteso e familiare il cardinale si è fermato con i bambini (che gli hanno consegnato una filastrocca[1]) ed ha voluto fare una benedizione speciale alla nascente comunità familiare “In cammino”.
Verso le 19.00 il cardinale si è spostato nell’attigua chiesa di San Martino per incontrare e salutare quanti hanno voluto essere presenti a questo importante momento.
Dopo il benvenuto di Lucia Gasparini, presidente di Comunità e famiglia Toscana è stato fatto dono alla comunità “In cammino” di un presepe-porta realizzato da alcune famiglie dei gruppi di condivisione. Con l’aiuto dei bambini, delle famiglie e del Vescovo è stato infatti completato il presepe con una serie di gesti simbolici: il buio rischiarato dalle candele portate dai bambini, e l’apertura della porta della mangiatoia quale richiamo al tema del Giubileo appena iniziato e ad uno dei pilastri associativi di MCF.
Infine Maria e Giuseppe sono stati portati dalle 2 famiglie della comunità “In Cammino” mentre l’angelo e la stella dal cardinale e dal parroco quale segno e augurio insieme per quella Chiesa nuova che lo stesso papa Francesco ci ha consegnato e affidato, proprio qui a Firenze pochi giorni fa: dove famiglie e consacrati corresponsabili insieme possano essere testimoni complementari dell’incarnazione del Figlio di Dio e al servizio del suo popolo. [2]
Dopo un saluto da parte delle famiglie il cardinale Betori ha parlato sottolineando il valore che un’esperienza come quella di una comunità di famiglie ha in termini di provocazione e testimonianza: “Oggi non è facile pensare in termini di comunione e condivisione, di camminare insieme…. Stasera abbiamo messo un gesto contrario rispetto all’andazzo di questa nostra società.”
Ha incoraggiato tutti a sentirsi protagonisti della storia personale, civile e di Chiesa partendo proprio dalle relazioni con chi ci sta vicino: “La storia non la fanno i capi dei popoli, quella scritta sui libri, (…) la fa la gente, la fa ciascuno di noi, anche da gesti come questo.”
Il Vescovo ha terminato rilanciando e alzando l’asticella si è rivolto alla Chiesa fiorentina ed a ciascuno esortando: “Lo spunto che anima questo tipo di esperienza è uno spirito assolutamente replicabile in altre forme, in altre situazioni, con altre persone a fare altre cose ma che siano animate dallo stesso spirito di comunione e di condivisione che poi è lo spirito del Natale. Perché il Natale è questo….”
La serata si è conclusa con un momento di festa dove tutti i presenti sono stai invitati nel salone comunitario per un brindisi “in famiglia” durante il quale il Vescovo ha potuto fermarsi a parlare con tutti grandi e piccini in un clima di gioiosa familiarità.
Forse a san Martino si è aperta un’altra porta santa, attraversando la quale ci auguriamo sia possibile sperimentare in semplicità e familiarità un po’ della Tenerezza e della Misericordia di Dio per tutti: per le famiglie ed i consacrati in particolare.
Questo certamente è un orizzonte “inarrivabile” ma, come ha sottolineato Bruno Volpi (fondatore della comunità di Villapizzone) che non ha voluto mancare a questo importante momento nonostante i suoi acciacchi, “Io che sono un vecchio nonno sento il dovere di portare un po’ di realismo e di dire a voi (rivolgendosi alle famiglie e a tutti i presenti) di tornare con i piedi per terra! Noi non riusciremo certamente a fare tutte quelle cose là; certamente non da soli, per questo invito tutti a dargli una mano, e forse neppure insieme. Ma nonostante tutti noi siamo quei matti che ci vogliono comunque provare…!”.
Beh, viene quasi voglia di aiutarli…che dite?
E’ stato veramente un bel momento. Sentire il vescovo così rivestito di familiarietà, fa capire il bello, che c’è dietro a un cammino di famiglie che PROVANO a condividere GIOIE E DOLORI NEL QUOTIDIANO. Auguro alla Comunità in Cammino di continuare in questa strada e come ci ha insegnato Wolfgang che sia una STRADA BIANCA. Benvenuti ! Susi