Il tema del sogno è a noi molto caro, non inteso come fuga ma come essenza vitale di ogni persona che per questo va protetto, accudito, coltivato, curato.
L‘ultimo numero delle pubblicazioni della fraternità di Romena ne parla in maniera, come sempre, stimolante e per questo, ancora una volta, li ringraziamo.
Eccone un brano.
I segreti del possibile
di Luigi Verdi
Che cos’è il sogno? Non lo sappiamo più. Oggi viviamo di desideri appena masticati e poi risputati. Ciò che chiamiamo sogno è in realtà figlio di bramosie, di ambizioni, di urgenze immotivate. Questi sogni annacquati, impoveriti, questi desideri deboli non scuotono la nostra vita, ne scalfiscono appena l’epidermide. Sono droghe legali, immesse nel circuito comune da una società che vive solo di consumi.
Come il seme che sogna la primavera Ha scritto Gibran: “Come i semi che sognano sotto la neve, il vostro cuore sogna la primavera. Fidatevi dei vostri sogni, perché in essi è nascosto il passaggio verso l’eternità.” Il sogno non è nel commercio di desideri frivoli, e nemmeno nella costruzione artificiosa di una realtà impossibile. Parte da uno spazio minuscolo come quello di un seme, ma è capace di spingere lontano, sino all’eternità. In questo senso il sogno è motore dell’esistere, perché chiama a sé la vita, la spinge verso lo sconosciuto, la dilata verso orizzonti che non si lasciano mai raggiungere, ma che, lasciandosi intravedere, catturano tutte le nostre energie. La Bibbia celebra il sogno, la sua esistenza garantisce l’uomo di crescere in armonia: Salomone è il giusto per eccellenza, il sapiente finchè il sogno gli parla. Quando quella voce tace, al contrario, prende la china dell’errore e della trasgressione.
Con passione e trasparenza
Il sogno non è mai alternativo alla realtà. Il paradosso di oggi è che il realismo, che ci viene spesso richiesto come una necessità, se non come una virtù, non produce la realtà, ma la frena, la impoverisce. Il sogno, all’opposto, nutre e vivifica la realtà: per questo deve restarvi agganciato. “ La realtà – ha scritto Rubem Alves – di per sé non svela il segreto di ciò che è possibile. Essa non sa veramente nulla del possibile, proprio come il blocco di marmo non sa che cosa potrà diventare quando l’intenzione dell’artista gli darà forma. Sono le aspirazioni e le attese dell’uomo che fanno emergere i segreti del possibile”. Ma come si realizza il sogno? Servono passione e trasparenza. La radice di passione è la stessa di pazienza. La passione si compie nel momento in cui è anche capace di attese, si nutre delle attese, resta fedele nelle attese. E c’è bisogno di trasparenza con se stessi e con gli altri. Molti sogni che viviamo oggi non sono sbagliati, sono semplicemente corrotti perché li abbiamo fissati in simulacri troppo rigidi per resistere all’urto della realtà.La scia luminosa del sogno
Un sogno non muore mai. Lascia sempre una traccia. Una scia luminosa che è possibile intercettare. Vorrei raccontarvi di una ragazzo e del suo sogno. Zaher Rezai, era un afghano di Mazar-i -Sharif, questa città che nel ‘98 fu teatro di tante stragi di civili. Zaher aveva allora pochi anni, sopravvisse a quella fase e qualche anno dopo, ancora bambino, Zaher andò in Iran a fare il saldatore. E lui, come tanti altri, aveva questo sogno di attraversare il mare, il sogno di una vita diversa, un sogno di pace. Vi leggo solo due piccoli scritti di Zaher, trovati su un cartoncino che aveva in tasca quando lo hanno trovato morto sotto un Tir, appena dopo lo sbarco in Italia: “Oh mio Dio, che dolore riserva l’attimo dell’attesa, ma promettimi Dio che non lascerai finisca la primavera”. Ma parole da brivido sono le ultime, che scrive proprio quando è ancora sul barcone che lo portava in Occidente: “Se un giorno in esilio la morte deciderà di prendersi il mio corpo, chi si occuperà della mia sepoltura? Chi cucirà il mio sudario? In un luogo alto si deponga la mia bara, così che il vento restituisca alla mia patria il mio profumo”. Ha scritto Dag Hammarskjold che “Bisogna esistere per il futuro degli altri, senza venir soffocati dal loro presente”. Il sogno di Zaher, come ogni sogno, vive. Perché viene dal futuro. È nel cuore di Dio.
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