I prestiti personali trovano anche strade alternative alle banche. Questa forma di finanziamento molto diffusa, che mira a ottenere una liquidità immediata, oggi può contare anche su tipologie di prestiti che non coinvolgono gli istituti di credito: è questo il caso del social lending (o prestito sociale), una forma di credito tra privati, che può costituire un’alternativa vantaggiosa per coloro che richiedono un prestito personale
Il social lending, chiamato anche “prestito peer-to-peer” (cioè prestito tra persone) permette di ottenere delle somme di denaro a tassi convenienti rispetto alle proposte del mercato bancario: questo è possibile abbattendo i costi di intermediazione, in quanto creditore e contraente vengono messi in comunicazione diretta tra loro con l’aiuto di internet. I vantaggi di questa operazione sono reciproci: la persona che dà credito, infatti, può ottenere una buona remunerazione, mentre chi riceve il prestito beneficia di tassi di interesse meno onerosi per la restituzione della somma concessa. Il social lending è caratterizzato da una grande libertà di azione: ognuno può richiedere prestiti personali per finanziare qualunque tipo di acquisto o progetto e ogni finanziatore può decidere liberamente come investire i propri soldi.Il social lending è un servizio generalmente offerto da società online che mirano a favorire l’incontro tra richieste e offerte di prestiti personali tra privati. Le società coinvolte si impegnano a predisporre degli strumenti di sicurezza per evitare i rischi di insolvenza e di ritardato pagamento. Al pari delle banche, attraverso specifici criteri di valutazione, queste società assegnano a ogni richiedente un rating, che rispecchia l’affidabilità creditizia del cliente. Un richiedente con un basso rating dovrà, in linea di massima, sostenere tassi di interesse più elevati, poiché il rischio a cui espone il creditore è più alto, mentre chi ha un alto rating dovrebbe godere di interesse meno onerosi.
Il social lending, nonostante si sia affacciato in Italia solo da pochi anni, rappresenta un fenomeno in forte crescita perché costituisce un modo efficace, trasparente e vantaggioso di ottenere liquidità tra privati, tanto da costituire un nuovo modello finanziario vero e proprio.
In Italia il social lending ha iniziato a diffondersi di recente: il primo progetto interamente italiano nato nel nostro Paese è Prestiamoci, una community online operativa dal gennaio 2010 che si pone l’obiettivo di promuovere lo scambio di denaro P2P (ovvero peer to peer, da consumatore a consumatore). La community di Prestiamoci conta quasi 7 mila iscritti e ha già finanziato 102 progetti, per un totale di 500 mila euro erogati, a fronte di circa 600 richieste di finanziamento, per oltre 5 milioni di euro.
In questi giorni molti media inoltre si sono interessati della società leader operante in Italia che altro non e’ che la prosecuzione di Zopa.it. Zopa Italia Spa, filiale italiana del gruppo inglese era stata stoppata da Banca d’Italia per il fatto che i tempi di deposito dei soldi dei prestatori prima che andassero nel circuito era stato ritenuto troppo lungo. La società ha trovato la soluzione dopo che si è trasformata in istituto di pagamento autorizzato e vigilato da Banca d’Italia e oggi ha preso il nome di Smartika.
Chi ha bisogno di un prestito accede al sito, si registra e fa la sua richiesta.
Il 60% delle persone che richiedono prestiti vengono bloccate. Quelle ammesse al prestito non sono indirizzate in un’unica categoria ma, in base al risultato dello scoring, vengono inserite in una delle quattro classi che sono A+, A, B e C – che definiscono la credibilità finanziaria di chi prende a prestito.
Poi c’è un’ulteriore specificazione, nel senso ogni categoria viene poi suddivisa per la durata del prestito richiesta. Le durate previste sono 24, 36 e 48 mesi, e quindi possiamo avere, ad esempio, una persona che è categorizzata come B, la classe, e 36, la durata del prestito che ha richiesto.
Il richiedente a questo punto vede il tasso di interesse proposto per la sua categoria e decide se accettare le condizioni complessive del prestito. Il tasso per ogni singola categoria è determinato da domanda e offerta. Quello che risulta al richiedente è un unico tasso e un’unica rata. Se il cliente accetta le condizioni, invia la documentazioni classica per la richiesta di prestito, e ottiene il denaro.
Il prestatore mette a disposizione una cifra e indica il rendimento che desidera ottenere prima delle tasse. A questo rendimento atteso, mettiamo che sia il 5%, ad esempio, viene aggiunto l’1% di commissione di Smartika e un premio per il rischio che dipende dalla categoria scelta.
Altra cosa importante è la diversificazione: se uno presta 1.000 euro, questi non andranno ad un unico utilizzatore, ma la somma sarà divisa in tranche da 20 euro per 50 utilizzatori finali, poi il sistema incrocia automaticamente domanda e offerta. Chi presta può vedere il piano di ammortamento e il rientro delle rate delle persone a cui ha prestato, conoscerne il nick name, le ragioni del prestito senza però che avvenga alcuna violazione della privacy.
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